Non temere la tempesta

Il consiglio della parola del Sinore oggi è atato portato dal fratello Salvatore Rosamilia.
Il Signore in questo giorno ci ha ricordato che ogni tempesta che possa avvenire nella nostra vita, può essere calmata, a seconda della situazione, con modi diversi. 
La prima tempesta è quella raccontata nel Vangelo di Marco capitolo 4, versetti da 35 a 41.
 

In quel medesimo giorno, verso sera, disse loro: «Passiamo all'altra riva».  E lasciata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui. Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t'importa che moriamo?». Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?».E furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: «Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?».

 
I discepoli in questa situazione, si trovavano in un lago che conoscevano molto bene: erano pescatori, passavano la maggior parte del loro tempo sulla barca ma, in questa momento, nonostante la loro esperienza, ebbero paura e si resero conto che tutto quello che sapevano o potevano fare era inutile. L'unica cosa che poteva calmare questa tempesta era la potente parola di Gesù. 
Come questi discepoli, spesso pensiamo di avere la nostra vita completamente sotto controllo, la conosciamo bene, abbiamo esperienza, eppure spesso si abbattono su noi tempeste che non siamo in grado di gestire. Non abbiamo i mezzi giusti per calmarle. Tutto ciò che serve è la parola di Gesù! Se ti stai trovando in questa tempesta e non riesci a venirne fuori nemmeno con la preghiera e la lettura della parola di Dio, allora grida a Gesù, e sarà Lui a sgridare la tua tempesta.
 
 "E si fece gran bonaccia".
 
Il secondo episodio è quello che ritroviamo sempre nell' evangelo di Marco, al capitolo 6, versetti da 45 a 52.
 

Ordinò poi ai discepoli di salire sulla barca e precederlo sull'altra riva, verso Betsàida, mentre egli avrebbe licenziato la folla. Appena li ebbe congedati, salì sul monte a pregare. Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli solo a terra. Vedendoli però tutti affaticati nel remare, poiché avevano il vento contrario, già verso l'ultima parte della notte andò verso di loro camminando sul mare, e voleva oltrepassarli. Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: «È un fantasma», e cominciarono a gridare, perché tutti lo avevano visto ed erano rimasti turbati. Ma egli subito rivolse loro la parola e disse: «Coraggio, sono io, non temete!». Quindi salì con loro sulla barca e il vento cessò. Ed erano enormemente stupiti in se stessi,  perché non avevano capito il fatto dei pani, essendo il loro cuore indurito.

 
Lo stesso episodio, raccontato nel Vangelo di Matteo, ci racconta anche dell'esperienza di Pietro che cammina sulle acque con Gesù. 
Ci sono delle tempeste nella vita che si calmano solo quando ubbidiamo alla parola di Dio e andiamo incontro a Gesù. 
Spesso questo tipo di tempesta è permesso da Dio nella nostra vita, affinché impariamo a fidarci di Lui, a fare un passo di fede verso di Lui.  Ricordiamoci che "senza fede è impossibile piacergli". 
Una terza tempesta è quella che si trova ad affrontare l'apostolo Paolo,  raccontata nel libro degli atti, capitolo 27, versetti da 9 a 26.
 

Essendo trascorso molto tempo ed essendo ormai pericolosa la navigazione poiché era già passata la festa dell'Espiazione, Paolo li ammoniva dicendo:  «Vedo, o uomini, che la navigazione comincia a essere di gran rischio e di molto danno non solo per il carico e per la nave, ma anche per le nostre vite». Il centurione però dava più ascolto al pilota e al capitano della nave che alle parole di Paolo E poiché quel porto era poco adatto a trascorrervi l'inverno, i più furono del parere di salpare di là nella speranza di andare a svernare a Fenice, un porto di Creta esposto a libeccio e a maestrale.
Appena cominciò a soffiare un leggero scirocco, convinti di potere ormai realizzare il progetto, levarono le ancore e costeggiavano da vicino Creta. Ma dopo non molto tempo si scatenò contro l'isola un vento d'uragano, detto allora «Euroaquilone». La nave fu travolta nel turbine e, non potendo più resistere al vento, abbandonati in sua balìa, andavamo alla deriva. Mentre passavamo sotto un isolotto chiamato Càudas, a fatica riuscimmo a padroneggiare la scialuppa;  la tirarono a bordo e adoperarono gli attrezzi per fasciare di gòmene la nave. Quindi, per timore di finire incagliati nelle Sirti, calarono il galleggiante e si andava così alla deriva. Sbattuti violentemente dalla tempesta, il giorno seguente cominciarono a gettare a mare il carico;  il terzo giorno con le proprie mani buttarono via l'attrezzatura della nave.  Da vari giorni non comparivano più né sole, né stelle e la violenta tempesta continuava a infuriare, per cui ogni speranza di salvarci sembrava ormai perduta. Da molto tempo non si mangiava, quando Paolo, alzatosi in mezzo a loro, disse: «Sarebbe stato bene, o uomini, dar retta a me e non salpare da Creta; avreste evitato questo pericolo e questo danno. Tuttavia ora vi esorto a non perdervi di coraggio, perché non ci sarà alcuna perdita di vite in mezzo a voi, ma solo della nave. Mi è apparso infatti questa notte un angelo del Dio al quale appartengo e che servo, dicendomi: Non temere, Paolo; tu devi comparire davanti a Cesare ed ecco, Dio ti ha fatto grazia di tutti i tuoi compagni di navigazione. Perciò non perdetevi di coraggio, uomini; ho fiducia in Dio che avverrà come mi è stato annunziato.Ma è inevitabile che andiamo a finire su qualche isola».

 
Delle volte si abbattono su noi tempeste così forti dove, se facciamo un passo falso, rischiamo di perdere tutto. Paolo era consapevole di ciò, ed è per questo che l'unica cosa che fece non fu lamentarsi,  bensì piegò le sue ginocchia davanti a Dio, il quale, a sua volta rivelò all'apostolo quale era la cosa giusta da fare.
 
Se ti trovi in mezzo ad una tempesta simile, dove non vedi via d'uscita e rischi di perdere ogni cosa, vai ai piedi di Gesù, ricerca la Sua faccia ed Egli ti mostrerà la soluzione!  
 
Dio ti benedica!

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Update 09.11.2022 :

 

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